I cementi comuni conformi alla UNI EN 197-1 sono suddivisi in 5 tipi principali:
I – Cemento Portland con una percentuale di clinker pari ad almeno il 95%; nessun sottotipo;
II – Cemento Portland composito (previsti 19 sottotipi) con una percentuale di clinker di almeno il 65%, il Cemento Portland composito che ha le seguenti denominazioni in funzione della tipologia delle aggiunte:
- Cemento Portland alla loppa (S): sigla sottotipi: II A/S, II B/S;
- Cemento Portland ai fumi di silice(D): sigla sottotipi: II A/D;
- Cemento Portland alla pozzolana: sigla sottotipi (P=naturale Q=calcinata): II A/P, II B/P, IIA/Q, II B/Q;
- Cemento Portland alle ceneri volanti (V=silicee; W=calcaree): sigla sottotipi: II A/V, II B/V, IIA/W, II B/W;
- Cemento Portland allo scisto calcinato (T): sigla sottotipi: II A/T, II B/T;
- Cemento Portland al calcare(L e LL): sigla sottotipi: II A/L, II B/L, II A/LL, II B/LL
- Cemento Portland composito: sigla sottotipi: II A/M, II B/M;
III – Cemento d’altoforno con una percentuale di loppa d’altoforno (S) dal 36 al 95% (previsti 3 sottotipi): sigla sottotipi: III A, III, B, III C
VI – Cemento pozzolanico con materiale pozzolanico (P e Q) dall’11 al 55% (previsti 2 sottotipi): sigla sottotipi: IV A, IV B
V – Cemento composito ottenuto per simultanea aggiunta di clinker di cemento Portland (dal 20 al 64%), di loppa d’altoforno (dal 18 al 50%) e di materiale pozzolanico (dal 18% al 50%) (previsti 2 sottotipi): sigla sottotipi: V A, V B Nei diversi cementi è ammesso un contenuto di costituenti secondari (fillers o altri materiali) non
superiore al 5%. La classe di resistenza del cemento dipende dalla finezza di macinazione dello stesso e dalla percentuale di silicato tricalcico rispetto a quello bicalcico; maggiore è la finezza di macinazione del cemento più rapido lo sviluppo della resistenza meccanica.
Per ogni classe di resistenza normalizzata si definiscono due classi di resistenza iniziale(2-7 gg):
– la prima con resistenza iniziale ordinaria contrassegnata con la lettera N;
– la seconda con resistenza iniziale elevata contrassegnata con la lettera R.
Per i cementi tipo III è prevista anche la classe L (bassa resistenza iniziale).
Pertanto secondo le UNI EN 197-1 esistono le seguenti classi di resistenza del cemento:
I valori rappresentano la resistenza a compressione, espressa in MPa, che devono avere provini prismatici preparati in modo standardizzato con rapporto a/c pari a 0,5 e rapporto sabbia/cemento pari a 3.
I tempi di inizio presa per ogni classe di resistenza normalizzata sono i seguenti:
– Classe 32,5: t ≥ 75 min;
– Classe 42,5: t ≥ 60 min;
– Classe 52,5: t ≥ 45 min;
La nuova norma non si applica ai cementi “speciali”: a bassissimo calore di idratazione (EN 14216), super-solfatati (EN 15743), alluminosi (EN 14647) e per muratura (EN 413).
La UNI EN 197-1 fa parte del corpo normativo UNI dal 6 ottobre 2011 (con sei mesi di anticipo rispetto alle regole comunitarie): è la nuova versione della EN 197-1, la norma europea che stabilisce composizione, caratteristiche e criteri di conformità per i cementi comuni, quelli “tradizionali”, definizione che per vedere la luce a livello comunitario presso gli organi tecnici preposti ha richiesto 20 anni di lavori, quando si è concretizzata la prima versione nel 1992.
In sintesi la norma aggiornata definisce e specifica: 27 tipi di cementi comuni, 7 cementi comuni resistenti ai solfati (SR) e il requisito di base per il basso calore (LH), nonché 3 distinti cementi d’altoforno con bassa resistenza iniziale (L) e le caratteristiche / proporzioni dei loro costituenti.
Inoltre per ciascun prodotto sono definiti i requisiti meccanici, fisici, chimici e le classi di resistenza, i criteri di conformità e le regole da rispettare per garantire le prestazioni attese dall’utilizzatore.